ZEN

Alcuni insegnamenti Zen

Oggi molti insegnamenti della psicologia Buddhista stanno contaminando in maniera produttiva i vari orientamenti teorici della Psicoterapia del mondo occidentale. (vedi la Mindfulness, l’MBSR, l’MBCT ecc.)

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Questi insegnamenti spesso vengono tramandati attraverso delle storie che celano sempre un senso profondo e che invitano alla meditazione o alla riflessione.

Ho sempre pensato che fermarsi, fare una pausa di silenzio a riflettere su di sé sia un ottimo modo per darsi la possibilità di stare meglio. Alcune di queste storie zen aiutano proprio in questo passaggio, anche se lo fanno spesso in maniera molto criptica.

Ogni storia riproposta qui di seguito è un insegnamento tramandato da migliaia di anni e che riguarda la natura umana e le motivazioni principali che ci portano alla sofferenza interiore: non sono di certo tutte comprensibili in maniera immediata ma invitano a pensare un pò di più guardando dentro di noi.

Lascio comunque al lettore la libertà di interpretare il significato di ogni storia.

meditazione

IL REGALO

Buddha stava insegnando ad un gruppo di discepoli quando un uomo gli si avvicinò e lo insultò, con l’intenzione di aggredirlo. Di fronte a tutti Buddha reagì con assoluta tranquillità, rimanendo fermo ed in silenzio.

Quando l’uomo se ne andò uno dei discepoli, indignato da questo comportamento, chiese a Buddha perché avesse permesso a quello straniero di maltrattarlo in quel modo.

Buddha rispose serenamente: «Se io ti regalo un cavallo e tu non lo accetti, di chi è il cavallo? ». L’alunno, dopo aver tentennato per un istante, disse: «Se io non lo accettassi, il cavallo continuerebbe ad essere vostro, maestro».

Buddha annuì e gli spiegò che, nonostante alcune persone decidano di perdere il loro tempo insultando, noi possiamo scegliere di accettare tali parole o meno proprio come faremmo con un regalo qualsiasi. «Se lo prendi, lo accetti, altrimenti colui che insulta rimane con l’insulto tra le mani».


IL TUO NEMICO

Ti sei svegliato prima dell’alba, ma il tuo nemico non l’hai trovato. Quando il sole era basso hai attraversato tutta la pianura, ma il tuo nemico non l’hai trovato. Mentre il sole era alto nel cielo hai cercato tra le piante di tutta la foresta, ma il tuo nemico non l’hai trovato.

Il sole era rosso nel cielo mentre tu cercavi sulla cima di tutte le colline, ma il tuo nemico non l’hai trovato.

Ora sei stanco e ti riposi sulla riva di un ruscello, guardi nell’acqua ed ecco il tuo nemico: l’hai trovato.


LA PACE INTERIORE

Un uomo perse il suo anello più prezioso; cercò ovunque per ritrovarlo, ma nonostantela sua fatica non ci riuscì. Si sedette su una pietra, disperato, cercando inutilmente di sopprimere la sua disperazione.

Come al solito il suo cane gli si avvicinò cercando le carezze del padrone. Il vicino di casa lo salutò come ogni sera. Gli amici gli fecero vedere i pesci che avevano pescato e gliene regalarono alcuni. La moglie e i figli lo accolsero con affetto al suo arrivo a casa esattamente come accadeva sempre. La giornata si concluse nella pace familiare.

Purtroppo il tormento per la perdita dell’anello perseguitava ancora l’uomo, il quale però pensò: “nessuno si è accorto che ho perso l’anello, tutti si sono comportati con me come sempre, perché proprio io devo comportarmi in modo diverso con me stesso?”

Fu così che si addormentò sereno.


LA LEZIONE

Le lezioni del maestro Bankei non erano frequentate solo dagli studenti di Zen ma anche da persone di ogni ceto e di ogni setta. Lui non citava i sutra né si dilungava in dissertazioni dottrinali. Al contrario, le parole gli uscivano direttamente dal cuore e raggiungevano il cuore di chi lo ascoltava.

Che lui avesse un pubblico tanto numeroso fece infuriare un prete della setta Nichiren, perché tutti i suoi seguaci lo avevano abbandonato per andare a sentire lo Zen.

L’egocentrico prete Nichiren si recò al tempio, risoluto ad avere un contraddittorio con Bankei. «Ehi, insegnante di Zen!» gridò. «Aspetta un momento. Chi ti rispetta obbedirà a quello che dici, ma un uomo come me non ti rispetta. Puoi convincermi ad obbedirti?».

«Vieni qui accanto a me e te ne darò la prova» disse Bankei. Con aria altera, il prete si fece largo in mezzo alla folla e si avvicinò all’insegnante. Bankei sorrise. «Vieni qui alla mia sinistra». Il prete obbedì. «No,» disse Bankei «parleremo meglio se ti mettialla mia destra. Vieni da quast’altra parte». Con aria sprezzante il prete passò dall’altra parte. «Come vedi, » osservò Bankei «tu mi stai obbedendo, e io trovo che sei veramente gentile. Ora siediti e ascolta»


ZEN monaci in meditazione

UNA TAZZA DI TE’

Nan-in, un Maestro giapponese dell’era Meiji ricevette la visita di un professore universitario che era andato da lui per interrogarlo sullo Zen.

Nan-in servì il te. Colmò la tazza del suo ospite, e poi continuò a versare. Il professore guardò traboccare il te, poi non riuscì più a contenersi. “E’ ricolma. Non ce n’entra più!”.

“Come questa tazza” disse Nan-in “tu sei ricolmo delle tue opinioni e congetture. Come posso spiegarti lo zen, se prima non vuoti la tua tazza ?”


LA TIGRE E LA FRAGOLA

Un uomo stava camminando nella foresta quando s’imbatté in una tigre. Fatto dietro-front precipitosamente, si mise a correre inseguito dalla belva. Giunse sull’orlo di un precipizio, ma per fortuna trovò da aggrapparsi al ramo sporgente di un albero. Guardò in basso, e stava per lasciarsi cadere, quando vide sotto di sé un’altra tigre. Come se non bastasse, arrivarono due grossi topi, uno bianco e l’altro nero, che incominciarono a rodere il ramo.

Ancora poco e il ramo sarebbe precipitato.

Fu allora che l’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Tenendosi con una sola mano, con l’altra spiccò la fragola e la mangiò. Com’era dolce!


Meditazione

IL MONACO E L’ ANELLO

“Sono venuto qui, maestro, perché mi sento così inutile che non ho voglia di fare nulla. Mi dicono che sono un inetto, che non faccio bene niente, che sono maldestro e un po’ tonto. Come posso migliorare? Che cosa posso fare perché mi apprezzino di più?”.

Il maestro gli rispose senza guardarlo: “Mi dispiace, ragazzo. Non ti posso aiutare perché prima ho un problema da risolvere. Dopo, magari…”. E dopo una pausa aggiunse: “Ma se tu mi aiutassi, magari potrei risolvere il mio problema più in fretta e dopo aiutare te “Con…piacere, maestro” disse il giovane esitante, sentendosi di nuovo sminuito visto che la soluzione del suo problema era stata rimandata per l’ennesima volta.

“Bene” continuò il maestro.  Si tolse un anello che portava al mignolo della mano sinistra e, porgendolo al ragazzo, aggiunse: Prendi il cavallo che c’è là fuori e va’ al mercato. Ho bisogno di vendere questo anello perché devo pagare un debito. Vorrei ricavarne una bella sommetta, per cui non accettare meno di una moneta d’oro.  Va’ e ritorna con la moneta d’oro il più presto possibile.”

Il giovane prese l’anello e partì.

Appena fu giunto al mercato iniziò a offrire l’anello ai mercanti, che lo guardavano con un certo interesse finché il giovane diceva il prezzo. Quando il giovane menzionava la moneta d’oro, alcuni si mettevano a ridere, altri giravano la faccia dall’altra parte e soltanto un vecchio gentile si prese la briga di spiegargli che una moneta d’oro era troppo preziosa in cambio di un anello. Pur di aiutarlo, qualcuno gli offrì una moneta d’argento e un recipiente di rame, ma il giovane aveva istruzioni di non accettare meno di una moneta d’oro e rifiutò l’offerta. Dopo avere offerto il gioiello a tutte le persone che incrociava al mercato – e saranno state più di cento- rimontò a cavallo demoralizzato per il fallimento e intraprese la via del ritorno.

Quanto avrebbe desiderato avere una moneta d’oro per regalarla al maestro e liberarlo dalle sue preoccupazioni!

Così finalmente avrebbe ottenuto il suo consiglio e l’aiuto.

Entrò nella sua stanza. “Maestro” disse “mi dispiace. Non è possibile ricavare quello che chiedi. Magari sarei riuscito a ottenere due o tre monete d’argento, ma credo di non poter ingannare nessuno riguardo il vero valore dell’anello.”“Quello che hai detto è molto importante, giovane amico” rispose il maestro sorridendo. “Prima dobbiamo conoscere il vero valore dell’anello. Rimonta a cavallo e vai dal gioielliere. Chi lo può sapere meglio di lui? Digli che vorresti vendere l’anello e chiedigli quanto ti darebbe. Ma non importa quello che ti offre: non glielo vendere. E ritorna qui con il mio anello.”

Il giovane riprese di nuovo a cavalcare.

Il gioielliere esaminò l’anello alla luce della lanterna, lo guardò con la lente, lo soppesò e disse al ragazzo: “Dì al maestro, ragazzo, che se vuole vendere oggi stesso il suo anello, non posso dargli più di cinquantotto monete d’oro”. “Cinquantotto monete?” esclamò il giovane. “Sì” rispose il gioielliere. “Lo so che avendo più tempo a disposizione potremmo ricavare circa settanta monete d’oro, ma se ha urgenza di vendere…”

Il giovane si precipitò dal maestro tutto emozionato a raccontargli l’accaduto.

“Siediti” disse il maestro dopo averlo ascoltato.“Tu sei come questo anello: un gioiello unico e prezioso.  E come tale puoi essere valutato soltanto da un vero esperto. Perché pretendi che chiunque sia in grado di scoprire il tuo vero valore?”

E così dicendo si infilò di nuovo l’anello al mignolo della mano sinistra.

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